SISMABONUS, SUPERBONUS, 110% E TRAVI PREM: Come modellare e verificare un organismo strutturale già realizzato con Travi PREM
Ing. Livio Izzo
Progetto PREM
In epoca di SUPERBONUS 110%, o del più semplice originario SismaBonus, il Progettista è chiamato a verificare una struttura, progettata ed eseguita anni o decenni prima, per valutarne la Capacità antisismica reale, individuarne le maggiori criticità e, se necessario, prevedere un miglioramento o un adeguamento a seconda dello scenario specifico che ha sia un aspetto tecnico che vari aspetti organizzativi. Paradossalmente, quasi mai un vincolo economico, specie col SuperBonus 110.
Limitandoci, in questa sede, al livello tecnico, il Progettista deve innanzitutto impostare un modello strutturale e cioè delle geometrie e dei vincoli.
Le geometrie esterne si rilevano (abbastanza) facilmente mentre per i vincoli, nel caso delle Travi PREM, bisogna fare dei ragionamenti.
Cosa è intanto una Trave PREM? PREM è un acronimo che sta per Prefabbricata Reticolare Mista ed è stato coniato dal Gruppo di Lavoro Assoprem-CIS-E, nel 2006, per individuare la totalità delle travi di questo tipo che venivano, e vengono, commercializzate: https://www.progettoprem.info/faq/cosa-significa-esattamente-travi-prem-e-chi-appartiene-questo-marchio
In merito al sistema costruttivo in cui sono collocate, fino ad una trentina di anni fa si usavano prevalentemente abbinate a pilastri in c.a. in opera ma ormai sono spesso collocate all’interno di un sistema prefabbricato a nodo umido strutturale.
Per la modellazione, quindi, le Travi PREM durante il processo costruttivo hanno un vincolo di cerniera col pilastro ma poi, a getto indurito, il vincolo diventa di continuità nel nodo. Questo è reso possibile dalla autoportanza della trave che comporta, peraltro, una serie di vantaggi come la diminuzione delle armature al nodo e la minore freccia viscosa. https://www.progettoprem.info/press/la-gto-guida-tecnico-operativa-il-professionista-cap-4-modellazione-strutturale-con-travi-prem
L’autoportanza, tuttavia, è una caratteristica intrinseca alla morfologia della trave ma la sua entità è una caratteristica progettuale. Mi spiego meglio. Oggigiorno vanno molto i solai alveolari precompressi che sono generalmente autoportanti e, se abbinati alla trave PREM, possono eliminare il 100% dei pesi propri strutturali dell’impalcato al nodo trave pilastro. Se però usiamo un solaio tralicciato, che comporta banchine rompitratta ogni 1,5 metri, l’autoportanza della trave sarà relativa solo a se stessa e ad un metro e mezzo di solaio a cavallo mentre il resto del peso proprio del solaio, una volta eliminati i puntelli, si scaricherà sul nodo trave pilastro.
Come si tratta quindi questo aspetto in una modellazione ex post se non abbiamo il progetto? Proprio basandosi sulla tipologia di solaio e deducendo la porzione di esso agente in prima fase.
In merito all’armatura del nodo, le morfologie usate per presidiare la continuità sono, nella storia, per un buon 90% monconi da c.a. ed un residuale 10% altri sistemi come tralicci etc. ma possiamo affermare che nel 100% dei casi la continuità strutturale è stata sempre presidiata.
Una volta modellata la struttura naturalmente si passa alla verifica delle sezioni. Per i pilastri, in c.a. o prefabbricati, non c’è differenza rispetto ad una struttura in c.a. tradizionale mentre per le Travi dipende molto da chi le ha prodotte perché le morfologie ed i materiali possono essere (anche molto) variabili. Per farsene un’idea si può leggere l’articolo “EVOLUZIONE DELLE TRAVI PREM attraverso gli sviluppi tecnici, tecnologici e normativi” di Plizzari, Minelli ed Izzo presentato all’ITALIAN CONCRETE DAYS Giornate aicap 2018 Congresso CTE Milano-Lecco 13-16 Giugno 2018.
Per procedere ad una riverifica delle stesse, qualora in possesso della progettazione e quindi delle armature, sarà utile il documento:
Progetto PREM ha messo a disposizione del professionista uno sportello virtuale (gratuito) per ricevere assistenza tecnica su questi temi specifici.