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NEL RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ DI FEDERBETON 2021, SIGNIFICATIVI PASSI IN AVANTI DELLA FILIERA, ASSOPREM IN PRIMIS, IN UN QUADRO GENERALE DI GRANDI DIFFICOLTA’

19 Ottobre 2022

“La filiera del cemento e del calcestruzzo è consapevole di ricoprire un ruolo strategico per lo sviluppo socio-economico del Paese, quale primo anello di quella catena che conduce alla realizzazione di infrastrutture ed edifici sicuri e affidabili.

La condivisione degli obiettivi europei di progressiva riduzione delle emissioni, fino alla carbon neutrality nel 2050, ha accelerato una transizione già in atto. Le imprese hanno imboccato la strada verso la decarbonizzazione, definendo azioni e scadenze precise in una vera e propria strategia.

Il percorso non e, certamente, privo di ostacoli perché, nonostante gli sforzi profusi, permane un contesto culturale e normativo poco favorevole che rischia di allontanare dall’obiettivo o, peggio, di indebolire l’industria.

Nel momento in cui il settore ha deciso di mettere in campo risorse importanti per la decarbonizzazione è stato investito da una crisi senza precedenti generata dalla pandemia e aggravata dal caro energia.”

Queste alcune riflessioni del rapporto di Sostenibilità FederBeton 2021 che poi si addentra in dati, cifre, percentuali e statistiche che indicano chiaramente l’impegno ed il miglioramento delle aziende della filiera così come si evince, anche, un quadro normativo ed economico a dir poco preoccupante.

Analizziamo il contesto degli aggregati riciclati per Calcestruzzo strutturale.

La spinta dei CAM Edilizia, peraltro cogenti e recentemente anche aggiornati, e dei Protocolli di Sostenibilità ambientale, volontari ma premianti sul mercato, spingono la prefabbricazione e l’impresa a cercare sul mercato inerti riciclati come risorsa premiante nei confronti della committenza ma si imbattono subito su una norma che pesa come una montagna, le NTC, che prevedono che per il calcestruzzo ad uso strutturale l’aggregato riciclato grosso debba essere costituito per almeno il 90% da solo calcestruzzo ma, in assenza di demolizioni selettive sistematicamente applicate nei cantieri, tale caratteristica è difficile da raggiungere. Il risultato è che questo prodotto non arriva sul mercato ed il processo virtuoso non si innesca, pur in un quadro di virtuale convenienza economica (gli aggregati di riciclo e/o artificiali non costano di più di quelli naturali).

Per promuovere il mercato degli aggregati riciclati “di qualità” dovrebbero esistere strumenti di incentivazione economica e fiscale e meccanismi premiali da parte delle committenze e, soprattutto, l’aumento della tassazione per il conferimento in discarica, ancora troppo conveniente rispetto al riciclo dei materiali.

Le potenzialità di utilizzo degli aggregati di recupero offerte dal settore del calcestruzzo sarebbero molto significative! Considerando un tasso di sostituzione medio del 30% del materiale naturale con quello riciclato (a fronte dell’attuale 0.39% !!), su una produzione di 35.8 milioni di metri cubi di solo calcestruzzo preconfezionato registrata nel 2021, si potrebbe ottenere un risparmio di aggregati naturali di circa 21 milioni di tonnellate! Vale a dire un evitato conferimento in discarica di materiale di scarto del settore delle Costruzioni & Demolizioni pari a circa il 13% del quantitativo totale dei rifiuti speciali prodotti ogni anno in Italia.

Quali speranze?

Sicuramente il Regolamento End of Waste sui rifiuti inerti, di prossima emanazione, potrà fungere da leva e, se in sinergia con finanziamenti sulla linea di credito del Recovery fund, potrebbe determinare un vero e proprio salto di qualità e quantità alla nostra capacità industriale nazionale di riciclo che si pone oggi, purtroppo, fra gli ultimi posti in una classifica europea.

In ottima salute, invece, i prefabbricati, specialmente quelli con alte percentuali di acciaio come le Travi PREM che, per la presenza di acciaio a presidio della prima fase di autoportanza (al numeratore) e per la dimensione geometrica contenuta del fondello (al denominatore), presentano alte percentuali di armatura che si incrociano con l’utilizzo di acciaio per il 90% costituito da materiale da riciclo e risultano in percentuali di materiale riciclato, in peso, dell’ordine del 15-25%, ben al di sopra del 5% richiesto dai vecchi e dai nuovi CAM Edilizia e potenzialmente costituenti una ottima “dote” per punteggi premianti nelle gare, sia pubbliche che private.